La mia Terra di Mezzo

Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....





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giovedì 12 aprile 2018

E’ possibile una diarchia pontificia?

 
Sabato 8 aprile a Deerfield (Illinois) su invito di Catholic Family News e lunedì 10 aprile a Norwalk (Connecticut), ospite di The Society of St Hugh of Cluny, il prof. Roberto de Mattei ha parlato sul tema Tu es Petrus: la vera devozione alla Cattedra di Pietro.
 
Ecco un piccolo stralcio a proposito dei due Papi:
 
E’ significativo e inquietante quanto è accaduto in occasione del quinto anniversario dell’elezione di papa Francesco. Tutta l’attenzione dei media si è concentrata sul caso della lettera di Benedetto XVI a papa Francesco: una lettera, che è risultata manipolata e ha provocato le dimissioni del responsabile della comunicazione vaticana, mons. Dario Viganò. La discussione ha rivelato però l’esistenza di una falsa premessa da tutti accettata: quella dell’esistenza di una sorta di diarchia pontificia, per cui c’è un Papa nell’esercizio delle sue funzioni, Francesco, e c’è un altro Papa, Benedetto, che serve la Cattedra di Pietro con la preghiera e, se necessario, con il consiglio.
 
L’esistenza dei due Papi è ammessa come un fatto compiuto: si discute solo sulla natura dei loro rapporti. Ma la verità è che è impossibile che esistano due Papi.
Il Papato non è scomponibile: può esistere solo un Vicario di Cristo.
Benedetto XVI aveva la facoltà di rinunciare al pontificato, ma avrebbe dovuto, di conseguenza, rinunziare al nome di Benedetto XVI, alla veste bianca e al titolo di Papa emerito: in una parola avrebbe dovuto cessare definitivamente di essere Papa, lasciando anche la Città del Vaticano. Perché non lo ha fatto? Perché Benedetto XVI sembra convinto di essere ancora Papa, anche se un Papa che ha rinunciato all’esercizio del ministero petrino.
Questa convinzione nasce da una ecclesiologia profondamente erronea, fondata su di una concezione sacramentale e non giuridica del Papato. Se il munus petrino è un sacramento e non un ufficio giuridico, ha un carattere indelebile, ma in questo caso sarebbe impossibile rinunciare all’ufficio. La rinuncia presuppone la revocabilità dell’ufficio ed è quindi inconciliabile con la visione sacramentale del Papato.
Giustamente il card. Brandmüller giudica incomprensibile il tentativo di stabilire una specie di parallelismo contemporaneo di un papa regnante e di un papa orante:
Un papato ‘bicipite’ sarebbe una mostruosità[11].
Il diritto canonico non riconosce la figura di un Papa emeritus;
 Il dimissionario per conseguenza – afferma il card. Brandmüller- non è più né vescovo di Roma né Papa e neppure cardinale[12].
Note:
[11]Walter Brandmüller,Renuntiatio Papae. Alcune riflessioni storico-canonistiche, in “Archivio Giuridico”, 3-4 (2016), p. 660.
[12]ivi, pp. 661, 660.
 

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